Thursday, 5 February 2009 - 12:56 PM EST

non per fa la guastafeste...ciò che sono d'altronde XD...

ma non mi riesce credere [credere appunto XD] che è la vita che sia bella... anche solo letteralmente parlando, definire qualcosa significa già rendere limitato un concetto...un pò quello che il prof intende quando parla di matrimonio come apertura e non come chiusura...se amore è apertura, tutto è apertura...ma non verso chissà cosa...semplicemente verso la molteplicità...la diversità...il divenire...ecco perchè oggi la vita è semplicemente vita...ciò che poi mi sembrerà, sarà solo frutto della mia testa...quindi la parola vita sta, ma non è ...non so se mi so riuscita a spiegà nci sto a capi già piu niente manco io...ma comunque..non credendo uno nelle proprie possibilità, in cosa può credere?

Ovviamente erratamente Pascio.

Friday, 6 February 2009 - 12:20 PM EST

Comprendo e condivido il tuo ragionamento kartò...nn si deve credere che la vita sia "bella" nel senso piccolo del termine,che come hai detto è limitativo e rende banale il tutto...è nelle proprie possibilità che bisogna credere,nell'esistenza di sintonie e legami "eterni"...credere alla grandezza delle cose e delle persone oltre alle convezioni di nomi,ruoli,funzioni;credere e avere coraggio di andare sempre oltre la superficie.Credo che solo così si possa trovare un senso alla propria vita...ovviamente farlo è molto più difficile di quanto s'immagini..è un percorso pieno di ostacoli fatti di superficialità,di delusioni,incomprensioni,lotte,ma è l'unico persorso per arrivre all'autentico..all'eterno.perciò dico che vale sempre la pena avere coraggio.Così la vita può essere "bella".

Monday, 9 February 2009 - 3:17 AM EST

Il discorso è diverso da quello di partenza, però continua a viaggiare su quella linea lì, nel senso che nella molteplicità dei suoi aspetti, "Vita" [personifichiamola a sto punto] E' quell'insieme di lotte, delusioni ecc ecc...magari spinte dallo stimolo di quella che tu chiami eternità, ma non in modo che essa tenda all'eternità. Purtroppo qualsiasi parola è effimera in quanto se stessa...e cosi anche la "superficie" che tanto viene denigrata, diviene luogo comune, da potare...ma la superficie siamo noi...come possiamo dimenticare la nostra costruzione e sentirci liberi di pensare ad altro, quando il pezzo di eternità che viviamo è fatto di tutto questo? Probabilmente la "grandezza" delle persone non è altro che la capacità di rendere quella superficie migliore, non dimenticandola per cercare qualcosa che non è perpetuabile, non dura. Bisogna arrendersi al fatto che la molteplicità delle cose abbatte qualsiasi particolare. Bisogna che le debolezze dell'uomo non vengano coltivate pensando di reprimerle in modo da osannare solo le sue capacità.

Erroneamente E Incondizionatamente Retrò, Pascio.