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Se tu giudichi le persone, non hai tempo per amarle
 
                               Madre Teresa di Calcutta

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Il successo spesso arride a coloro che non sanno che l'insuccesso è inevitabile...

                                                      Coco Chanel

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La conoscenza del reale è una luce che proietta sempre da qualche parte delle ombre....
                                                            Gaston Bachelard          

Non compromettere te stessa. Sei tutto ciò che hai.
                                                
                                                              Janis Joplin

Nessuno è nato sotto una cattiva stella; ci sono semmai uomini che guardano male il cielo.
 
                                                          Dalai Lama

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IMPARO, IMPARO, IMPARO, IMPARO,
IMPARO...

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                 lo studio della società     

se ci fermiamo a esaminare scene di vita quotidiana,ci accorgiamo che possiamo leggervi interi mondi. Nella misura in cui conosciamo questi mondi capiamo meglio le scene di vita, le scene di vita quotidiana si capiscono se si conosce il mondo che c’è dietro. Il contesto che si intravede dietro le scene di vita e che ce le illumina è la società (fatta di modelli, fatti, vicende storiche). Essa è fatta di realtà oggettive, ma anche di impressioni soggettive delle persone che ci vivono dentro.

 

Che cos’è la società?

una realtà difficile da vedere.

Che cos’è la società? Capire questa realtà non è facile. Ci sono voluti molti secoli prima che si arrivasse a individuare la società come oggetto di studio. Fin dall’antichità si è riflettuto sull’esperienza sociale umana(filosofia,storia). Tuttavia si è confuso per un po’ di tempo la vita sociale con la vita politica e con l’organizzazione politico-amministrativa. Per Platone ed Aristotele la società e la polis(città stato)coincidono, l’uomo è un essere sociale in quanto è un essere politico. Questa unione è espressa nel mito delle origini della civiltà, dialogo che prende il nome di protagora: inizialmente gli uomini, non essendo autosufficienti, avevano tentato di unirsi in società ma senza successo, perché mancava loro l’arte politica. Zeus allora inviò Ermes che distribuì pudore e giustizia. Anche nel periodo medievale c’è confusione e anche in quello moderno. Ci si è reso conto che ci sono delle norme sociali indipendenti dalle leggi, ci sono regole che vengono dettate dall’ opinione pubblica , dalla reputazione e dai costumi e quindi non sancite dall’ autorità. Non si pensava che le istituzioni politiche fossero all’interno della società e non si sentiva il bisogno di approfondire l’ analisi della società e della vita sociale. L’organizzazione politico-amministrativa e la vita politica sono più facili da vedere della società e della vita sociale nel suo complesso. In storia è prevalsa la tendenza a dare più importanza agli individui che ai fenomeni sociali. Guerre,conquiste,successioni al potere,migrazioni,crisi economiche ecc. Sono state lette come dovute a scelte di singoli o alla somma di scelte di singoli. E’ vero che c’è stata sensibilità per la vita dei popoli ma è mancata una chiara conoscenza dell’ esistenza di fenomeni sociali sovraindividuali,che trascende dai singoli,che sfuggono al controllo come ad esempio le trasformazioni tecnologiche che a catena hanno cambiato l’organizzazione del lavoro, la vita e la mentalità della gente. Nel XIX secolo è maturata una consapevolezza che società e vita sociale sono due cose che esistono,hanno una consistenza propria e non vanno confuse. In questo secolo si è avuto un vero e propri risveglio di conoscenza sociale che ha portato alla nascita di due discipline che studiano la società e la vita sociale: la sociologia è l’antropologia culturale.

Come mai la realtà sociale è difficile da vedere? Un motivo è che ci siamo immersi,ci viviamo dentro e tutto ci sembra ovvio. Ad esempio se usciamo da lavoro e andiamo a prendere la macchina per andare a fare la spesa e in fine tornare a casa, non inseriamo il nostro comportamento nel quadro più ampio dell’organizzazione del lavoro,economia e dei trasporti. Siamo immersi nella realtà sociale e non siamo capaci di uno sguardo di insieme, ci manca la visione panoramica della società. Tocchiamo con mano la realtà sociale, ma non la capiamo, perché non riusciamo a seguire tutti i fili che collegano quella cosa a molti altri fenomeni sociali. Solo se analizziamo un pezzo di società cominceremo a capire la realtà sociale. Per vedere la società abbiamo bisogno di sviluppare secondo C. Wright Mills (sociologo americano e saggista),un immaginazione sociologica,una vera e propria facoltà mentale

 

La distanza può aiutare.

È più facile vedere la realtà sociale se analizziamo una società distante dalla nostra. Non intesa come distanza geografica ma distanza culturale(diversità nel modo di pensare e di vivere). In una società profondamente diversa, le realtà sociali si notano, perché non si tratta più del solito mondo a cui siamo abituati e nel quale siamo coinvolti e se non banalizziamo osservando attentamente,coglieremo gli elementi di quella società. Ancora più facile vedere la realtà sociale. Se prendiamo in esame un popolo e ci sforziamo ad abbracciare la loro società il più possibile per intero,avendo anche uno sguardo di insieme e collegando ogni elemento ad un altro non perdendo di vista il complesso. Nel caso di società più piccole e omogenee la cosa è ancora più fattibile.

 

il concetto di società

 

abitualmente parliamo di società in due sensi: per indicare una specifica società, come “la società !kung è ugualitaria” e per intendere la società in generale come “gli esseri umani vivono in società”. La società in generale è un concetto che ricaviamo estraendo dai casi specifici.

1)       notiamo come prima cosa un insieme di persone in rapporto tra loro su un territorio. Nel caso dei !kung l’insieme di persone è piccolo,ma ci sono società molto più popolose. I membri della società !kung hanno modo di incontrarsi, creare relazioni stabili. Nelle società più grandi un rapporto così stretto non è possibile, ma comunque si vive assieme. Pur essendo nomadi i !kung hanno un territorio che considerano proprio, ma il dominio su uno specifico territorio è ancora più evidente nelle società sedentarie. Ci sono tuttavia casi di nomadismo in cui è difficile assegnare a una società un territorio che gli appartiene(popoli senza territorio). I !kung sono legati tra loro perché parlano la stessa lingua, hanno la stessa storia,la stessa tradizione,un sentimento di identità che li accomuna. Sono un popolo a tutti gli effetti. Ma non sempre la società è formata da un unico popolo,come le società multietniche che sono il risultato di una mescolanza di popoli diversi. In ogni caso abbiamo un insieme di persone in rapporto tra loro su un territorio.

2)       Secondo elemento è l’esistenza di un sistema di vita. Le persone nei comportamenti e nei rapporti fanno riferimento a un complesso di modelli di vita e di convinzioni. Nella società !kung ci si aggrega in bande di una certa misura,le bande si attribuiscono territori, si spostano secondo determinati schemi, ci si sposa tra persone di bende diverse ecc. Modelli di vita e convinzioni non sono sconnessi: ci sono collegamenti in modo concreto. L’insieme dei modelli di vita e delle convinzioni formano un complesso organico,e un sistema di vita. Il sistema di vita e la componente culturale delle società che in antropologia si chiama cultura

3)       Un altro elemento è la riproduzione sociale. La società tende a conservarsi e a perpetuarsi nel tempo e nello spazio. Secondo Marx la vita di una società è fatta da un lato di produzione dal altra di riproduzione. Per continuare  ad esistere la società deve avere un ricambio demografico,cioè deve reclutare nuovi membri che rimpiazzano quelli che vengono meno. E deve avere una riproduzione culturale cioè la società deve tendere a mantenere il proprio sistema di vita. La riproduzione culturale nota anche come socializzazione. Ma nessuna società ha perpetua e intatta la propria cultura:le società tendono a riprodursi più rapidamente in alcune meno e soprattutto mutano nel tempo.

4)       Un'altra caratteristica è l’autonomia. I !kung  nel procurarsi da vivere, nel condurre la propria esistenza sociale e nel riprodursi biologicamente e culturalmente sono autosufficienti, non dipendono da altre società. Le società tendono ad essere autonome,ma cambiano e comunicano con le altre. La società è in parte materiale,e in parte immateriale. E’ fatta di entità concrete,quali gli esseri umani,il territorio,i componenti,l’insieme dei beni posseduti. E’ fatta anche di realtà impalpabili,quali i modelli di vita,le convinzioni,il sistema di vita nel suo complesso.

 

Quindi la società è: un entità,parte materiale,parte immateriale,formata da un insieme di persone in rapporto tra loro su un territorio con un proprio sistema di vita,che tende a essere autonoma e a riprodursi biologicamente e culturalmente.

 

Struttura sociale

Nella descrizione della vita sociale dei !kung troviamo regolarmente fatti che si ripetono con lo stesso schema. Si tratta di interazioni stabilizzate,di rapporti reciproci tra individui o categorie di persone o gruppi che si stabiliscono e si  svolgono secondo schemi ripetitivi. L’inventario di regolarità è un elenco di modelli interattivi. Ma possono esserci variazioni legate alle circostanze o al carattere dei partecipanti. Analizzando la vita di una società emerge un intera trama sottostante a carattere durevole, che tende a permanere al di la del flusso mutevole di azioni e fatti quotidiani. La struttura sociale consiste in un insieme di modelli interattivi connessi tra loro.

 

Fatti e processi sociali

Se badiamo alla struttura sociale ci appare statica e fissa, però e un entità in movimento. I fatti sociali e i processi sociali ci fanno cogliere gli aspetti dinamici. La nozione di fatto sociale si deve a Durkheim,che l’ha introdotta nel suo fondamentale lavoro sulle cause sociali,dei suicidi nell’opera(il suicidio). Un fatto sociale e una somma di fatti individuali ciascuno dei quali è personale,legate alla decisione del singolo,ma che presi nel complesso tra la loro incidenza,diventano un evento che è sociale in quanto rispecchia la vita in quella società. Esaminando statistiche e facendo studi Durkheim notò che il tasso di suicidi varia da paese a paese e che in ciascuno si manteneva costante a meno che non intervenissero profondi cambiamenti nella società. Esclude che le differenze tra i paesi potessero dipendere da fattori non sociali e concluse che la caratteristica decisiva della società era il grado di coesione, l’individuo è integrato in una rete internazionale. Ma la sua ricerca è criticabile. Tuttavia  esistono fatti sociali e possono essere studiati con il merito comparativo o essere messi a confronto società diverse e un caposaldo della ricerca sulla società e sulla vita sociale. Un processo sociale è qualcosa di più complesso di un fatto sociale perché consiste in una serie di fatti sociali collegati tra loro,a formare una catena, una cascata di eventi.

 

L’altra faccia della medaglia: la vita sociale

Negli studi sulla società c’è un dualismo, coesistono due modi diversi di guardare alla realtà sociale. Se descriviamo la società in termini di strutture fatti e processi e la guardiamo dall’ alto e badiamo a grandi realtà impersonali. La società però è fatta di persone,soggetti che pensano,decidono,agiscono e comunicano strutture e processi rappresentano solo una faccia della medaglia. Un'altra è la vita sociale, complesso fluido. L’ analisi delle strutture dei processi dei fatti sociali ci fa vedere la società a un livello macro(di cose grandi)esiste però anche un livello micro( di cose più piccole) fatto di azioni sociali. Un azione sociale è un comportamento che per l’individuo che lo compie ha senso sociale perché rivolto agli altri o alla collettività, per lo più sono interazioni sociali. Queste situazioni permettono all’ individuo di svolgere situazioni in presenza dell’altra e si influenzano reciprocamente. Se ci spostiamo a livello micro e prendiamo in esame le azioni sociali la società appare un’ opera collettiva, una grande costruzione realizzata lentamente con il lavoro di tante persone. Per rendersi conto della vita sociale non basta portare l’analisi a livello micro,occorre anche esaminare la società all’interno calarsi nell’esperienza soggettiva dei partecipanti. In effetti le realtà sociali macro si capiscono solo se comprendiamo come gli interessati vivono quell’esperienza e il senso che danno ad essa.