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LA SCOPERTA DELLA SOCIETA'
 
In occidente, nel XIX secolo, iniziò a maturare l'idea della società e nacquero discipline come la sociologia e l'antropologia culturale.
Durante quegli anni infatti le vecchie società tradizionali lasciarono posto alle moderne società industriali.
Già nel secolo precedente iniziarono grandi trasformazioni: la rivoluzione industriale, che prima avvenne in Gran Bretagna, si diffuse anche in altri paesi, e sul piano politico ci furono diverse rivoluzioni che interessarono paesi europei ma anche l'America.
Tutti i cambiamenti che ci furono erano collegati tra loro, infatti la rivoluzione industriale non aveva solo portato innovazioni tecnologiche, ma aveva anche modificato il sistema lavorativo e provocato il passaggio del popolo dalle campagne alle città.
Apparve quindi chiaro che questi fenomeni non riguardavano gli individui singolarmente ma intere realtà sociali.
Proprio grazie alla riflessione sulla modernizzazione nasce la sociologia, essa è fin dalle origini lo studio della società in cui viviamo e cerca di darci indicazioni su come orientarci all'interno di essa.
La nascita dell'antropologia culturale la leghiamo sicuramente all'esplorazioni geografiche connesse alla modernizzazione.
Questa disciplina studiava non solo la geografia fisica ma riportava notizie sui popoli, le loro tradizioni e i loro costumi.
E, proprio dalla metà del XIX secolo, l'antropologia culturale si sviluppa e diventa la disciplina sociale che si occupa dello studio della cultura dei popoli della terra.
 

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 IL FUNZIONALISMO

 
  Tra le contemporanee teorie sociologiche il funzionalismo ha ricoperto per svariati anni una posizione di dominio.
La società nel funzionalimo è un insieme di tanti tasselli tutti interconnessi tra loro.
Nessuna delle diverse parti che compongono la società può essere isolata dalle altre, ma deve essere considerata solo all'interno del suo contesto.
Tra le diverse componenti della società intercorrono delle relazioni di tipo funzionale, ovvero ogni elemento svolge un compito diverso che, unito agli altri, mantiene funzionante l'apparato della società.
Secondo la teoria del funzionalismo nella società c'è uno stato di equilibrio che si mantiene quando ogni elemento svolge correttamente il proprio compito.
Nell'ambito sociologico il funzionalismo si è diffuso intorno al 1940, questo grazie a due principali sociologi: T.Parson e R.K.Merton .
 
T.PARSON
 
La teoria di Parson (1902-1979) rappresenta il funzionalismo più rigido e più ligio alle sue idee di fondo.
Parson definisce il sistema sociale come un insieme di elementi capaci di autoregolazione , e ogni elemento svolge una funziobe indispensabile alla riproduzione dell'intero sistema.
Secondo Parson ogni sistema deve essere in grado di svolgere quattro funzioni (il famoso sistema AGIL):
  • ADATTAMENTO ALL'AMBIENTE
  • DEFINIZIONE DEI PROPRI OBIETTIVI
  • INTEGRAZIONE DELLE PARTI COMPONENTI
  • CONSERVAZIONE DELLA PROPRIA ORGANIZZAZIONE
Nella visione di Parson i singoli individui sono persone che svolgono ruoli specifici; nell'ambito del proprio ruolo ogni persona entra in relazione con le altre e dà il proprio contributo alla riproduzione del sistema sociale.
I ruoli fanno anche parte delle istituzioni, ovvero sottounità del sistema sociale che implica il fatto che più ruoli devono interagire tra loro.
 
R.K.MERTON
 
La sua teoria sulla società è meno ottimista e meno rigida rispetto a quella di Parson.
Egli rifiuta l'idea che le istituzioni siano buone e necessarie come appaiono,ritiene infatti che esse introducano anche dei danni.
Merton è dell'opinione che bisogna capire chi è che giudica funzionali o meno le istituzioni e gli eventi sociali.
Sostiene anche che una stessa esigenza può essere soddisfatta attraverso istituzioni diverse,questo perchè non c'è alcuna ragione di supporre che una particolare istituzione sia l'unica capace di svolgere una determinata funzione.
Inoltre Merton riprende la nozione di funzione latente, già sviluppata in passato da altri sociologi.
S'interessa e cerca di capire perchè gli individui si muovano sempre in sintonia;la sua analisi è differente rispetto a quella di Parson, dato che egli ritiene che l'individuo non svolge un ruolo passivo ma contribuisce in modo attivo alla costruzione della realtà sociale.
Inoltre spiega che la società spinge l'individuo a darsi degli obiettivi, ma non gli offre in verità dei mezzi adeguati per riuscire a raggiungerli.
Riprendendo anche la teoria di un altro sociologo, Merton spiega infine che gli individui si rapportano più che alla società per come è in realtà, alla società per come la percepiscono.  
 
 
 

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