Gli studenti si troveranno di fronte
a un testo con quattro tracce per lo svolgimento di lavori sulle scienze sociali, quindi in riferimento alla sociologia, all’antropologia,
alla statistica, alla psicologia e ad altre. Di queste quattro tracce gli studenti ne dovranno svolgere solo due nel tempo
prestabilito di 6 ore.
“Dopo
un corso di studi di cinque anni è difficile che gli studenti arrivino completamente impreparati all’esame in quanto
dovrebbero aver acquisito ormai una buona confidenza con le scienze sociali. Secondo me tutti gli errori che di solito si
commettono in sede d’esame sono dovuti alla poca attenzione dedicata alla lettura della traccia. Molti studenti, infatti,
leggono il testo della prova con molta fretta per buttarsi a capofitto nello svolgimento della prova. Non si deve fare così:
il tempo a disposizione per lo svolgimento c’è e una parte di questo deve essere necessariamente impiegato per la comprensione
della traccia e, soprattutto, di tutti i punti su cui essa si basa. Per completare l’esame nel migliore dei modi, infatti,
è di fondamentale importanza affrontare tutti i punti della traccia in modo chiaro esauriente”.
In quattro temi vogliono portare
il candidato a riflettere su aspetti sociali e pedagogici legati alla trasmissione della cultura secondo un modello di riferimento
socialmente condiviso, rifuggendo dalla trasgressione delle norme sociali.
Traccia
1
Nell’affrontare
il tema della mobilità sociale, il candidato può partire dallo sviluppo dei quattro settori dell’economia nella società
globale del nuovo millennio, per delineare le possibilità del cambiamento di status sociale degli individui. E’ opportuno
perciò un riferimento ai cambiamenti introdotti dalla globalizzazione sul piano economico e tecnologico, ma anche sociale
e culturale. Gli autori di riferimento possono essere Giddens, Bauman, De Masi, Beck e Rifkin. L’acquisizione di conoscenze
e competenze tramite l’istruzione, in uno scenario così “fluido” (Bauman) è quindi fondamentale, purché
si tratti di una formazione polivalente (Volpi) e integrale (Bertin). Per ciò che concerne gli elementi che influenzano il
destino sociale delle persone, il candidato può distinguere tra ruoli ascritti (famiglia, società, cultura e genere) e ruoli
acquisiti con il proprio merito, fondamentalmente attraverso il conseguimento di un titolo di studio, ma anche con esperienze
di lavoro e di vita non solo orientate al profitto. Il merito, tuttavia, non è sempre una garanzia in una società ancora affetta
da “familismo amorale”, che blocca i canali della mobilità sociale col sistema delle conoscenze e delle raccomandazioni.
L’istruzione occupa comunque un ruolo fondamentale, purché essa sia flessibile e capace di ipotizzare scenari futuri
grazie all’acquisizione di competenze quali la capacità di categorizzazione e di inferenza, che permettono al soggetto
di strutturare una rete di saperi dinamici e che, come dice Bruner, “fanno andare oltre il dato”. Un ulteriore
riferimento può essere all’esperienza educativa della scuola di Barbiana di Don Lorenzo Milani, che mirava alla crescita
sociale delle classi svantaggiate mediante l’istruzione.
Traccia
2
Il secondo
tema porta a riflettere sulla famiglia e sul rapporto genitori-figli. Il noto psichiatra Vittorino Andreoli offre l’opportunità
di ragionare sul senso che ha oggi la famiglia e sulle sue nuove ed intense problematiche. Il richiamo, classico, abbastanza
scontato e pertanto semplice, è alle trasformazioni e ai conflitti all’interno della famiglia e alla condizione dell’adolescenza.
L’approccio allo studio della famiglia è volto in chiave multidisciplinare e può riguardare la pedagogia, la psicologia
sociale, la sociologia, la psicoanalisi, la psichiatria e l’antropologia. In psicologia sociale, ad esempio, lo studio
della famiglia è stato promosso dai cosiddetti ambientalisti, che, in opposizione agli organicisti, insistono sull’influenza
dell’ambiente nella formazione dell’individuo. Dagli studi di T. Parsons e seguendo la teoria struttural-funzionalista,
la psicologia sociale è approdata a varie conclusioni. La famiglia è un gruppo sociale a carattere privato, con una struttura
nucleare a dimensioni ridotte; le sue funzioni essenziali sarebbero ristrette alla socializzazione primaria dei figli e alla
maturazioni psicoculturale della coppia. L’allievo deve anche riflettere sulla terapia familiare, che contiene in sé
caratteristiche proprie della psicoanalisi, della terapia di gruppo e della psicoterapia infantile. Tra i vari approcci adattati
alla terapia familiare si ricorda quello sistemico-prescrittivo elaborato da M. Selvini Palazzoli, che utilizza strumenti
concettuali derivanti dalla teoria generale dei sistemi e dalla tecnica della comunicazione. Oppure il candidato può richiamarsi
al metodo strutturato dalla Scuola di Palo Alto, seguendo anche gli stimoli forniti dall’antropologo G. Devereux. Nella
traccia c’è il richiamo all’adolescente e ai suoi conflitti. La costruzione dell’identità dell’adolescente
è vista qui attraverso il senso di appartenenza al proprio contesto familiare, dal quale cerca di differenziarsi muovendosi
dalla dipendenza totale verso l’indipendenza e l’autonomia. La struttura e i processi del gruppo primario, cioè
della famiglia, resteranno e continueranno ad agire nell’adolescente anche nel suo nuovo sviluppo. A tal proposito il
candidato può citare il pensiero di E. Erikson, G. Pietropolli Charmet e S. Vegetti Finzi.
Traccia
3
La terza traccia
rimanda ad una categoria fondamentale della sociologia, la devianza, e alle sue caratteristiche destabilizzanti per la coesione
del gruppo o della società. Inevitabile è, dunque, il rimando a diversi teorici che hanno definito l’argomento, quali
Durkheim – che però ne rileva anche gli aspetti predittivi dei comportamenti futuri – Parsons e Merton. Soprattutto
quest’ultimo ha differenziato i diversi gradi del comportamento deviante e ne ha analizzate le cause in termini di mezzi
e fini. La devianza è la trasgressione delle norme sociali; a differenza dell’anomia si configura come un’opposizione
alle regole del proprio gruppo sociale. Si tratta di un concetto relativo, nel senso che è sempre in riferimento ad un determinato
modello di comportamento, socialmente considerato come “normale” (v. relativismo antropologico). La prima richiesta
distingue il punto di vista del sociologo da quello dello psicologo rispetto al sistema sociale, che resta però un ambito
privilegiato della sociologia. Nel contesto psicologico si può fare riferimento alla teoria sistemica (Palo Alto) e alla psicologia
ecologica (Bronfenbrenner). Per i modelli sociologici dominanti si possono richiamare le teorie di Marx, della Scuola di Francoforte
o di singoli autori, come ad es. Bourdieu e Foucault. In relazione al secondo
e al quarto quesito l’analisi di ciascuno dei termini proposti potrebbe costituire un tema indipendente. Vale quindi
la pena di limitarsi a rispondere in modo schematico formulando essenziali definizioni, se possibile integrate.
Traccia
La quarta traccia,
di matrice pedagogica, pone l’accento sull’importanza dell’apprendimento per imitazione di modelli forniti
dagli adulti, intesi come “altri significativi” (familiari ed educatori soprattutto), e sottolinea l’importanza
della loro coerenza. In seconda battuta richiama, però, anche il ruolo fondamentale delle gratificazioni nella forma dei rinforzi
(Skinner) ai fini del successo educativo, ed è sottolineato anche il valore della motivazione intrinseca, legata alla curiosità
naturale del bambino (Piaget). Nella citazione l’accento è posto sull’educazione morale, strumento principe per
la trasmissione dei valori che fanno riferimento alla coscienza collettiva (Toennies e Durkheim). La pedagogia è qui intesa
come scienza dei fini e dei mezzi che, tra gli altri, ha il compito di mantenere la coesione sociale e di consentire la trasmissione
delle norme. Il candidato può qui distinguere approcci diversi in ambito educativo: da quello funzionalistico a quello critico,
fino ad arrivare all’interazionismo simbolico, che coglie nel processo educativo l’importanza dei simboli e dei
significati sociali. Il ruolo dell’educatore nella formazione della personalità richiede una sintetica disamina di scuole
od orientamenti pedagogici del Novecento. La crisi dell’educazione nella società contemporanea è attribuibile a differenti
fattori, che lo studente può ricercare fra i mutamenti economici e sociali, che rendono rapidamente obsolete alcune competenze
e figure professionali, oppure tra quelli sociali per cui lo scarto tra le generazioni si fa più radicale e avviene raramente
nel segno di continuità. Un altro fattore di crisi è dato dalle esigenze del mercato e dalla mentalità del profitto che influenza
anche questo ambito, il quale dovrebbe restare ricerca pura e desiderio di crescita del soggetto (Weber).
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