L’evoluzionismo
classico
Per i sostenitori dell’evoluzionismo classico il divenire storico della realtà ha un senso di marcia e segue un cammino lineare preciso secondo uno schema
ben definito. Inoltre questo divenire storico segue un cammino progressivo,
porta a livelli superiori e a livelli inferiori.
Come migliore espressione per evoluzionismo intendiamo: ogni essere vivente ha avuto un
progenitore comune, trasformazione dura per un lasso di tempo molto vasto.
Da questa concezione di fondo si diramano due tipi di evoluzione BIOLOGICA e SOCIO-CULTURALE:
per biologica s’intende le specie viventi nel tempo vanno incontro a trasformazione strutturali progressive;
per socio-culturali che inserisce in un cammino evolutivo anche le società umane.
L’evoluzionismo classico è un movimento di pensiero che si sviluppa tra il Settecento
in filosofia e nell’Ottocento dalla filosofia si insinua nella scienza, fino a diventare in biologia e nelle scienze
sociali un vero e proprio modello teorico essi spiegano fenomeni come la varietà delle scienze umane. Sempre nell’Ottocento
le idee evoluzionistiche escono dalla cerchia dei filosofi e degli scienziati e divengono tema di discussione in religione
e motivo di ispirazione in politica e in movimenti di idee dell’Occidente moderno.
Nel 1859 Darwin pubblica “l’origine
della specie” in questo scritto tratta esclusivamente di animali e mette appunto davanti al fatto che ogni essere
vivente ha un progenitore comune. Questo nuovo pensiero rivoluziona tutto ciò in cui si credeva da sempre esso, infatti, si
contrappone al creazionismo (un’entità superiore creatrice
di tutto) essi sentono una vera e propria rottura della tradizione. Dieci anni dopo Darwin pubblicò “l’origine dell’uomo” questo libro suscitò molto scalpore nel mondo creazionista,
ma grazie hai primi ritrovamenti fossili questo pensiero ebbe prove
reali sulla propria veridicità.
Il darwinismo sociale
Il darwinismo sociale utilizza la teoria della selezione naturale per interpretare le disuguaglianze sociali. L’idea di fondo è che nella società si affermano
i più adatti. Infatti, le politiche a favore dei più deboli vengono ritenute inutili. Il darwinismo sociale ha fatto da supporto
ideologico alle politiche del laissez-faire, particolarmente in
voga nell’Inghilterra vittoriana. In Germania il darwinismo sociale si è mescolato al nazionalismo e al senso del popolo
per sfociare nel razzismo; uno dei primi studiosi è A.Ploetz, che sul finire dell’Ottocento ideò una scienza eugenetica,
capace di progettare gli accoppiamenti in modo da avere generazioni migliorate di individui. Ploetz pensava di migliorare
tutta la razza umana, non solo quella ariana. Per i successivi teorici del nazionalsocialismo, intenzionati a privilegiare
la razza ariana questa visione era troppo idealistica ed ecumenica.
L’evoluzionismo in antropologia culturale
L’evoluzionismo ha dominato in antropologia culturale dalla metà dell’Ottocento
fino ai primi anni del Novecento. E’ servito a spiegare le diversità culturali dei popoli della Terra. Tutti i popoli
seguono lo stesso cammino evolutivo ma con tempi diversi, per cui allo stato attuale ce ne sono di più avanzati e di più arretrati.
L e moderne civiltà occidentali rappresentano il punto più alto dell’evoluzione socioculturale umana.
I più importanti antropologi sono stati: lo statunitense L. H. Morgan, gli inglesi E. B. Tylor,
J.G. Frazer,
Morgan distingue le fasi evolutive soprattutto in base ai sistemi di produzione, ma l’evoluzione per
lui comporta anche cambiamenti nell’organizzazione politica e nella famiglia. I matrimoni tendono a diventare monogamici
e la famiglia nucleare.
Gli altri due importante esponenti si sono interessati per lo più all’evoluzione
del pensiero e della religione.
... Le condizioni cui giungono le ricerche più recenti sulla condizione primaria
della razza umana tendono ad accreditare la tesi che l’umanità abbia cominciato la propria carriera muovendo dal gradino
più basso e progredendo poi dallo stato selvaggio fino alla civiltà attraverso lente accumulazioni di conoscenza sperimentale
…
Lewis Henry Morgan, la società antica, 1877
L’evoluzionismo criticato
Le conseguenze pericolose
delle teorie evoluzioniste
Hume mette in evidenza che è logicamente scorretto argomentare contro un’ipotesi
additando le conseguenze pericolose che ha: per stabilire se un’ipotesi è vera o falsa bisognerebbe esaminarla in sé.
Molti attacchi all’evoluzionismo hanno proprio fatto appello alle conseguenze pericolose
in morale, politica, religione.
In campo religioso la teoria biologica dell’evoluzione, nucleo naturalistico dell’evoluzionismo,
è stata accusata di essere anticristiana.
Una ragione profonda per qui la teoria dell’evoluzionismo è apparsa anticristiana
è che propone una visione meccanica della storia della vita sulla terra. Tutto accade perché il caso e i processi adattivi
cospirano a far emergere certe specie piuttosto che altre.
P.Teilhard de Chardin nelle sue opere propone una cosmologia che assume il principio dell’evoluzione,
ma lo estende alla realtà spirituale e lo inquadra in un disegno provvidenziale
… Credo che l’universo è un’Evoluzione. Credo che l’Evoluzione
va verso lo Spirito. Credo che lo Spirito si compie in qualcosa di Personale Credo che il Personale supremo è il Cristo -
Universale …
Pierre
Teilhard de Chardin, In che modo io credo
Critica all’idea di progresso
All’idea di progresso sono state mosse tre critiche fondamentali.
1.
Progresso scientifico tecnologico non vuol dire necessariamente progresso umano, l’idea di progresso affonda le sue radici nella
convinzione illuminista che il progresso del sapere sul mondo trascini con sé un progresso nella vita associata umana. Il
nesso tra le cose non è però scontato ed è stato messo in discussione da più parti.
2.
E’ dubbio che la storia abbia un verso nel Novecento è stata messa in discussione pesino la convinzione di partenza nata: il sapere
dell’umanità avanzi. Il cammino della scienza è discontinuo e, a differenza di come può sembrare a prima vista, non
è un processo cumulativo, in cui cose nuove si aggiungono alle vecchie e si costruisce passo passo un grande grattacielo.
La storia della scienza è segnata da grandi rivoluzioni, cambiamenti di rotta radicali, in cui mutano i paradigmi, cioè i
concetti e le idee di fondo sul mondo, perciò è una crescita discontinua.
3.
Stabilire da quale parte è il meglio è un’operazione arbitraria, sono stati soprattutto gli studi storici e antropologici
a mostrare quanto sia arbitrario dire che una civiltà è più avanzata, quindi migliore, di un’altra. In particolare l’antropologia
culturale nel Novecento ha messo sotto accusa l’etnocentrismo dell’antropologia evoluzionistica: i popoli diversi
da noi ci appaiono arretrati solo perché assumiamo il mondo che ci è familiare come pietra di paragone della storia umana.
Il Neoevoluzionismo
Ci si può sbarazzare del concetto di evoluzione socio-culturale?
Le critiche all’evoluzionismo sono state tanto severe quanto fondate. E’ importante
stare attenti però a non lasciar cadere anche ciò che l’evoluzionismo ha di buono e di vero. Anche se l’idea di
progresso è in fin dei conti un’illusione e anche se non c’è una linea evolutiva unica seguita dai popoli della
terra, non è detto che non ci sia stata un’evoluzione socio-culturale.
Più importante è l’osservazione che anche le culture umane si adattano all’ambiente
e alle realtà storico-sociali e posso sopravvivere più facilmente o meno. I meccanismi dell’evoluzione, in altri termini,
non smettono di funzionare dinnanzi alla storia culturale dell’umanità.